Le regioni transfrontaliere europee sono spesso descritte come i laboratori dell’Europa e della sua integrazione. Questi territori di confine sono per loro stessa natura molto dinamici e complessi, essendo a cavallo fra due o più Stati, sistemi giuridici, lingue, usi e costumi. In questi territori e in queste regioni risiede quindi una notevole diversità, non solo prettamente geografica: si incontrano aree molto periferiche o aree metropolitane, aree dove il confine può essere una catena montuosa, un fiume o una pianura. Le disparità – economiche, politiche e sociali – possono essere molto elevate anche lungo la stessa frontiera, come dimostrato dai dati derivanti dal mercato del lavoro e dai flussi di mobilità . Allo stesso tempo, le culture politiche e i sistemi di governance multilivello su entrambi i lati del confine possono essere molto diversi, e spesso sono caratterizzati solo da accordi transfrontalieri selettivi.
La diversità territoriale nelle regioni frontaliere implica un alto grado di complessità. In questa situazione, vediamo un certo paradosso: anche se la rilevanza dell’integrazione transfrontaliera è ampiamente riconosciuta, le soluzioni di governance sono spesso incrementali e la conoscenza analitica rimane limitata, adottando troppo spesso strategie macroregionali basate su dati poco profondi e attendibili.
Questa natura transfrontaliera richiede soluzioni sociali e politiche innovative per l’integrazione. L’eliminazione degli ostacoli legati alle frontiere favorisce la prosperità economica, lo scambio sociale e l’innovazione politica. Durante i periodi di stagnazione delle dinamiche transfrontaliere, i costi della non integrazione diventano chiaramente evidenti. In particolare, la pandemia di COVID-19 con i suoi effetti collaterali dei controlli alle frontiere e delle chiusure parziali ha rivelato che le regioni frontaliere non sono necessariamente i luoghi in cui l’integrazione europea funzionerebbe nel modo più efficace. Piuttosto, le regioni di confine sono sismometri dell’integrazione europea con una resilienza limitata contro le crisi, laddove vi è ancora un grande potenziale da sviluppare. Proprio a questo scopo il centro FULL è coinvolto in due differenti progetti di ricerca, che hanno come comune denominatore la cooperazione transfrontaliera.
Il progetto CROSSGOV mira a colmare il divario tra riconoscimento politico della cooperazione e scarsa operatività delle soluzioni istituzionali, avanzando verso nuovi livelli di analisi e proposte concrete. Il progetto si fonda su un approccio innovativo alla raccolta e combinazione dei dati: integra statistiche ufficiali, big data e tecniche di web scraping per rappresentare in modo realistico e dinamico le aree funzionali transfrontaliere. Le principali sfide affrontate riguardano la scarsità di dati armonizzati a livello europeo, l’assenza di informazioni sui flussi funzionali (mobilità, servizi pubblici, reti produttive), e la difficoltà di rappresentare la complessità istituzionale e territoriale delle aree di confine.
CROSSGOV adotta una prospettiva multifunzionale, superando le definizioni tradizionali di “regione di confine” e proponendo nuovi modelli come i “bassins de vie transfrontaliers”, per leggere le interazioni reali tra territori oltre il confine. Mappatura, visualizzazione e comparazione rappresentano strumenti chiave del progetto, finalizzati a supportare politiche più efficaci e fondate su evidenze. In questa fase di ricerca, FULL sta implementando due casi studio transfrontalieri, l’Espace Mont Blanc (Italia-Francia-Svizzera) e l’area del Carso con capofila Trieste (Italia-Slovenia).
ESPON CROSSGOV – dati del progetto
Il progetto mira ad analizzare lo stato dell’arte della normativa europea e nazionale in materia di GECT, oltre a produrre una conoscenza approfondita e aggiornata dei Gruppi Europei di Cooperazione Territoriale a partecipazione italiana e a coinvolgere i GECT in un processo di maggiore conoscenza reciproca.
Attraverso un coinvolgimento diretto dei GECT a partecipazione italiana, il progetto si propone di approfondire, modellizzare e comparare le diverse esperienze, anche al fine di individuare direttrici per una migliore performance operativa e per un più efficace contesto normativo e amministrativo. L’obiettivo principale della ricerca FULL è l’analisi dettagliata degli aspetti territoriali dei GECT, con focus su molteplici dimensioni di rilevanza. Il gruppo di ricerca ha preso in esame la documentazione esistente al fine di produrre un’analisi comparativa delle diverse esperienze di cooperazione transfrontaliera. Tale analisi considera gli aspetti strategico-funzionali, organizzativi e finanziari, contestualizzandoli nel più ampio panorama europeo. Particolare attenzione è dedicata alla valutazione dei modelli di governance, sia interni che esterni, al fine di comprendere le dinamiche operative dei GECT. Un elemento cruciale della ricerca consiste nell’identificazione delle caratteristiche salienti delle esperienze più efficaci.
Questo processo è accompagnato dalla produzione di elaborati cartografici dettagliati, che offrono una rappresentazione visiva delle dinamiche territoriali osservate. Il contributo del gruppo si estende inoltre alla formulazione di una tassonomia rigorosa e alla modellizzazione dei GECT.
GECT in Italia: dati del progetto
ENGLISH VERSION
European cross-border regions are often described as the laboratories of Europe and its integration. These border territories are by their very nature very dynamic and complex, straddling two or more states, legal systems, languages and customs. In these territories and regions, there is therefore considerable diversity, not only purely geographical: one encounters very peripheral or metropolitan areas, areas where the border may be a mountain range, a river or a plain. Disparities – economic, political and social – can be very high even along the same border, as shown by data from the labour market and mobility flows. At the same time, political cultures and multi-level governance systems on both sides of the border can be very different, and are often characterised only by selective cross-border arrangements.
Territorial diversity in border regions implies a high degree of complexity. In this situation, we see a certain paradox: even if the relevance of cross-border integration is widely recognised, governance solutions are often incremental and analytical knowledge remains limited, too often adopting macro-regional strategies based on shallow and reliable data.
This cross-border nature calls for innovative social and political solutions for integration. The removal of border-related obstacles promotes economic prosperity, social exchange and policy innovation. During periods of stagnating cross-border dynamics, the costs of non-integration become clearly evident. In particular, the COVID-19 pandemic with its side effects of border controls and partial closures revealed that border regions are not necessarily the places where European integration would work most effectively. Rather, border regions are seismometers of European integration with limited resilience against crises, where there is still great potential to be developed. To this end, the FULL centre is involved in two different research projects, which have cross-border cooperation as their common denominator.
ONGOING RESEARCHES
1) Governance mechanisms for cross-border functional areas (CROSSGOV)
The CROSSGOV project aims to bridge the gap between political recognition of cooperation and the lack of operationalisation of institutional solutions, advancing towards new levels of analysis and concrete proposals. The project is based on an innovative approach to data collection and combination: it integrates official statistics, big data and web scraping techniques to represent cross-border functional areas in a realistic and dynamic way. The main challenges faced concern the scarcity of harmonised data at European level, the lack of information on functional flows (mobility, public services, production networks), and the difficulty of representing the institutional and territorial complexity of border areas.
CROSSGOV adopts a multifunctional perspective, going beyond the traditional definitions of ‘border region’ and proposing new models such as ‘bassins de vie transfrontaliers’ to read the real interactions between territories across the border. Mapping, visualisation and comparison are key tools of the project, aimed at supporting more effective and evidence-based policies. In this research phase, FULL is implementing two cross-border case studies, the Espace Mont Blanc (Italy-France-Switzerland) and the Karst area led by Trieste (Italy-Slovenia).
2) European Groupings for Territorial Cooperation (EGTCs) in Italy: state of the art and policy recommendations
The project aims at analysing the state of the art of European and national legislation on EGTCs, as well as at producing an in-depth and up-to-date knowledge of European Groupings of Territorial Cooperation with Italian participation and involving the EGTCs in a process of greater mutual understanding.
Through a direct involvement of the EGTCs with Italian participation, the project intends to deepen, model and compare the different experiences, also in order to identify guidelines for a better operational performance and for a more effective regulatory and administrative framework. The main objective of the FULL research is the detailed analysis of the territorial aspects of EGTCs, with a focus on multiple dimensions of relevance. The research team examined existing documentation in order to produce a comparative analysis of different experiences of cross-border cooperation. This analysis considers strategic-functional, organisational and financial aspects, contextualising them in the broader European landscape. Particular attention is devoted to the assessment of governance models, both internal and external, in order to understand the operational dynamics of EGTCs. A crucial element of the research consists in identifying the salient features of the most successful experiences.
This process is accompanied by the production of detailed cartographic drawings, which provide a visual representation of the observed spatial dynamics. The group’s contribution also extends to the formulation of a rigorous taxonomy and modelling of EGTCs.
2024 - ongoing
Marco Del Fiore, Luca Cestaro, Raffaella Coletti, Bonin Mahdavi Estalkhsari
Luca Cestaro, Marco Del Fiore, Mohadese Kamali
DIST
#Cross-border #Policies
Research project